Prima edizione, prima tiratura, di una copia del Sidereus Nuncius miracolosamente salvata dall’alluvione fiorentina del 1966 346. Galilei Galileo Sidereus nuncius magna, longeque admiralia spectacula pandens... Venetijs: apud Thomam Baglionum, 1610. In-4° (mm 190x145). Carte: 1-16, [2], 17-28. Segnature: A-C⁴ D⁶ E-G⁴. Marca xilografica di Baglioni al titolo, 5 incisioni su rame a mezza pagina nel testo (di cui 2 sulla stessa carta), 3 mappe stellari xilografiche, una delle quali si estende per una pagina e mezza, 3 diagrammi nel testo e 65 xilografie su una riga su 25 carte che mostrano le diverse posizioni di Giove e delle sue lune, iniziali e fregi xilografici. Copia priva della strisciolina di carta stampata applicata successivamente a B1r che modifica “Cosmica Sydera” in “Medicea Sydera” in omaggio al dedicatario dell’opera, Cosimo de’ Medici. Frontespizio restaurato e con margine inferiore risarcito di un centimetro con “Superiorem Permisso. & Privilegio” supplito a penna, seconda e terza carta con più piccoli restauri marginali, margini corti e occasionalmente rifilati con perdite alle xilografie alle carte B3r (bordo esterno del diagramma con lettere F, H, I, G), C4v (bordo inferiore con lettera E), e D5v (1 stella in alto, 3 esterne, 3 in basso). Privo di legatura; preservato entro chemise in carta rustica e cofanetto moderno in cartone con lacci. Copia genuina con le 2 filigrane illustrate da Needham in Galileo Makes a Book (2011, pp. 25-26, una per il fascicolo A e una per i fascicoli B-G), tutte correttamente coniugate. Rara prima edizione, prima tiratura (senza la correzione “Medicea”), del celeberrimo Sidereus Nuncius, testimonianza straordinaria del momento in cui la scienza moderna muove i suoi primi passi. Galileo, con un cannocchiale da lui stesso perfezionato, osserva per la prima volta il cielo in modo sistematico e ne registra i risultati con rigore e chiarezza. Scopre che la Luna non è affatto una sfera perfetta: le sue incisioni mostrano montagne, crateri e ombre, in netto contrasto con la cosmologia aristotelica. Ma la vera rivoluzione è l’identificazione dei quattro satelliti di Giove, che dimostrano che non tutto ruota attorno alla Terra, scuotendo così le fondamenta del sistema geocentrico. Il valore dell’opera è enorme: introduce l’uso metodico degli strumenti ottici, fonda l’astronomia osservativa e anticipa il conflitto tra scienza e autorità religiosa, che culminerà nel celebre processo a Galileo. Culturalmente, cambia per sempre la nostra visione dell’universo e del posto che vi occupa l’uomo. Galileo scrive in latino, per farsi comprendere dagli studiosi europei, ma lo fa con uno stile diretto, efficace, consapevole della portata delle sue scoperte. Disegna personalmente le tavole: sei splendide vedute lunari, basate su osservazioni reali e usate per calcolare l’altezza dei rilievi. Accanto, aggiunge schemi dei satelliti di Giove, annotati notte dopo notte tra gennaio e marzo 1610. Queste immagini non sono semplici illustrazioni: rappresentano una delle prime forme di documentazione visiva rigorosa nella scienza, e mostrano chiaramente come per Galileo non ci fosse separazione tra arte, conoscenza e comunicazione. La presente copia proviene da una collezione fiorentina: si tratta di un esemplare ritrovato in un cassetto dove era stato riposto dopo l’alluvione di Firenze del 1966, miracolosamente riportato alle condizioni attuali grazie a un intervento di restauro meticoloso e filologico. Cinti 26; Dibner, Herald of Science, 7; PMM 113; Paul Needham, Galileo Makes a Book: The First Edition of “Sidereus Nuncius,” Venice, 1610 (Berlin: Akademie Verlag, 2011). € 100000
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