246 ASTA 58: LIBRI, AUTOGRAFI E MANOSCRITTI, FIRENZE 11-12-13 MARZO 2025 247 TUTTI I LOTTI SONO RIPRODOTTI NEL SITO WWW.GONNELLI.IT GONNELLI CASA D’ASTE CASA D’ASTE GONNELLI CASA D’ASTE CASA D’ASTE Bella copia marginosa in elegante legatura neoclassica, con la prima comparsa del famoso Ultimo Teorema di Fermat, dimostrato solo nel 1994 da Andrew Wiles 485. Diophantus Alexandrinus Arithmeticorum libri sex et De numeris multangulis liber unus... Tolosae: excudebat Bernardus Bosc, è regione Collegij Societatis Iesu, 1670. In-folio (mm 330x207). Pagine [12], 64, 341 [i.e. 343], 1 bianca, 48. Grande vignetta calcografica al frontespizio con Orfeo che suona la lira, altri rami nel testo, carattere romano e greco. Esemplare lievemente brunito in alcune parti, annotazioni a matita ai margini delle pp. 30-31 e in alcuni altri punti, fascicolo A con i margini leggerissimamente più corti, pp. 45/46 in fine rilegate prima di p. 43, qualche macchiolina e altre trascurabili tracce del tempo, ma nel complesso buona copia in elegante legatura neoclassica in vitello marmorizzato “ad albero”, dorso liscio con tassello in marocchino rosso e con fregio a forma di urna agli scomparti, dentelle dorata all’unghiatura, sguardie e tagli marmorizzati (minimi difetti). Prima edizione dei commenti di Pierre de Fermat sui sei libri dell’Aritmetica di Diofanto, matematico greco del III secolo considerato l’inventore dell’algebra, pubblicata da Samuel de Fermat con preziose note che suo padre aveva iscritto sulla sua copia personale dell’editio princeps del testo greco dell’Arithmeticorum di Diofanto, edita nel 1621 a cura del matematico Claude-Gaspard Bachet (1581-1638). La presente opera contiene, su due colonne, il testo greco di Diophante e la sua traduzione latina, dovuta a Wilhelm Xylander e pubblicata inizialmente nel 1575 a Basilea, nonché i commenti di Bachet e le notevoli osservazioni e conclusioni di Fermat relativi alla teoria dei numeri. Nella parte iniziale del volume si trovano anche due lettere indirizzate da Descartes a Pierre de Fermat (1601-1665), famoso matematico francese che espose il suo famoso Ultimo Teorema proprio in questa edizione, senza tuttavia renderne nota la dimostrazione perché “non entrava nel margine stretto dalla pagina”. Nei secoli diversi matematici hanno tentato di dimostrare la congettura di Fermat, ma fu solo nel 1994, dopo sette anni di totale dedizione al problema, che Andrew Wiles (1953 -), matematico britannico, affascinato dal teorema che fin da bambino sognava di risolvere, riuscì a darne finalmente una dimostrazione. Da allora l’Ultimo Teorema di Fermat si chiama “teorema di Fermat-Wiles”. Honeyman 893; Norman 777. € 9000 Rara prima edizione di un testo di straordinaria importanza per la comprensione della cultura rinascimentale 486. Doni Anton Francesco Pitture [...] Nelle quali si mostra di nuova inventione: amore, fortuna, tempo, castità, religione, sdegno, riforma, morte, sonno & sogno, huomo, republica, & magnanimità... In Padova: appresso Gratioso Perchacino, 1564. In-4° (mm 206x145). Carte: 60 (di 64, mancano le ultime 4 carte). Marca tipografica sul frontespizio e 25 grandi e graziose iniziali xilografiche istoriate, testo in carattere corsivo e romano. Lieve macchia al margine interno del titolo, una al bordo/margine superiore delle cc. 41-44, una marrone alle cc. 48-49 (testo 487. Du Choul Guillaume Discorso del S. Guglielmo [...] sopra la castrametatione & bagni antichi de i Greci & Romani... [Padova]: appresso Marc’Antonio Olmo, 1559. In-8° (mm 142x99). Carte: 80, [3] assente l’ultima carta bianca L4 e la tavola ripiegata (riportata da SBN). Frontespizio che riporta il motto “Ulmus amica viti”, molte xilografie (alcune a doppia pagina), inziali e fregi xilografici. Macchie e gore marginali sparse e più intense dalla carta 19 alla carta 51, qualche lavorino di tarlo alle prime carte. Piena pergamena posteriore con qualche mancanza sul dorso e titolo manoscritto su pecetta cartacea al piatto anteriore. € 100 leggibile), e poi sul bordo di 3-4 cc. verso la fine, esemplare genuino ma copia di studio poiché mancante dell’ultimo fascicolo ‘Q’ di 4 carte. Legatura di attesa poco posteriore in cartoncino rustico. Prima e unica edizione delle Pitture del Doni, molto rara sul mercato, testo di straordinaria importanza per la comprensione della cultura rinascimentale completamente ispirato a Petrarca. L’opera raccoglie infatti “invenzioni, pensate dal Doni per ornare un edificio da costruire ad Arquà in onore del Petrarca”, nel quale “pitture emblematiche, exempla, imprese e motti concorrono... a costituire un tessuto celebrativo... che influenzerà profondamente la letteratura emblematica e la cultura figurativa successiva.” Le Pitture diventeranno “una delle fonti privilegiate dell’Iconologia di Cesare Ripa”, e troveranno “un’effettiva realizzazione pittorica a Villa d’Este, nella Sala della Gloria dove Federico Zuccari dipingerà nel 1566 la Nobiltà, la Gloria, la Fortuna, il Tempo, la Magnanimità, la Religione, seguendo fedelmente le invenzioni descritte nelle Pitture.” Come se questo non bastasse, il sospetto che il testo del Doni “sia in realtà un plagio di una versione del Theatro di Giulio Camillo apre nuove interessanti connessioni con una pratica culturale che informa profondamente la cultura cinquecentesca, l’arte della memoria” (cfr. A. F. Doni, Le pitture, a cura di Sonia Maffei, Napoli, la stanza delle scritture, 2004). Ricottini Marsili-Libelli, Anton Francesco Doni, 56; Cicognara, 116; Schlosser Magnino, 248 – 249; apparentemente non in collezione Speck. € 340
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