GONNELLI CASA D'ASTE - Florence (Italie). Autographes manuscrits – Livres du XVe au XXe siècle

28 ASTA 58: LIBRI, AUTOGRAFI E MANOSCRITTI, FIRENZE 11-12-13 MARZO 2025 29 TUTTI I LOTTI SONO RIPRODOTTI NEL SITO WWW.GONNELLI.IT GONNELLI CASA D’ASTE CASA D’ASTE GONNELLI CASA D’ASTE CASA D’ASTE Sontuoso Corano manoscritto dai miniatori di Bukhara a metà Ottocento 47. Grande Corano Bukharese. Bukhara, all’epoca “Emirato di Bukhara”, oggi Uzbekistan, 1046 AH (= 1638 d.C.) al colophon, ma pseudoepigrafo: copiato tra 1830 e 1850 ca. Manoscritto coranico completo su sottile carta vergellata opaca, proveniente “dalla gloriosa ed eccelsa città di Bukhara, al tempo di Sua Maestà il nobile Sultano e Comandante dei Credenti Nasrullah Khan”, risalente cioè ai decenni centrali del XIX° secolo (r. 1826 – 1860). 487 carte complessive. Misure del foglio: mm. 345 x 260 ca.; dimensioni dello specchio di scrittura: mm. 255 x 150 ca. Testo arabo in calligrafia naskh di stile “Nayrizi” vergato all’inchiostro nero e disposto su 9 righi a facciata, con traduzione interlineare persiana rubricata in uno stile nasta’liq di modulo minore. I titoli delle Sure, scritti in inchiostro bianco entro cartigli decorati, sono in stile tawqi’. Rubricati i segni funzionali alla recitazione e quelli indicanti le ripartizioni testuali interne. Esteso commentario marginale, elegantemente ornato da decori perimetrali “a nuvoletta” e presente pressoché in ogni facciata, consistente sia in glosse che in interpretazioni testuali di passaggi ostici. Magnifica doppia pagina di apertura (‘unwan) architettonicamente concepita in oro e lapislazzulo; decori laterali di varie fogge finemente elaborati, posti al di fuori dello specchio di scrittura a marcare l’inizio delle sezioni testuali successive; specchio di scrittura delimitato da spessa bordura perimetrale (jadwal) in oro, come pure i dischetti interni al testo con funzione di separatori di verso (shamsa). Legatura semplice in marocchino rosso, ornata di filo rettangolare dorato interno e priva di Il viaggio alla Mecca di una nobildonna pellegrina 48. Copia manoscritta dello “Hajj di Maymuna”, nobildonna pellegrina alla Mecca. Autore: Anonimo scriba per conto di Maymuna bint Muhammad bin ‘Abdallah az-Zardali. Probabilmente La Mecca, fine XIX–inizio XX secolo. Rotolo cartaceo illuminato con testo in lingua araba, avvolto su di un rettangolo di pelle conciata impiegato a mo’ di involucro fissato con un lacciuolo sagomato dalla pelle medesima. Copia manoscritta pressoché esatta del celebre “Certificato dello Hajj (il pellegrinaggio islamico maggiore alla Mecca e pilastro dell’islam) di Maymuna az-Zardali”, nobildonna marocchina vissuta nel corso del XV° secolo, realizzata sul finire del XIX° secolo. L’originale è datato all’anno 836 AH (= AD 1432/’33) ed è ad oggi conservato alla British Library sotto la collocazione Add. MS 27566. Misure del rotolo esteso: mm. 1.640 x 230 ca.; testo arabo redatto nelle grafie naskh e thuluth su facciata singola, con profusione di decorazione e illustrazioni dei luoghi santi islamici, quali la “Pietra nera” (Ka’ba) alla Mecca e la Moschea del Profeta (al-Masjid an-Nabawi) a Medina. Il rotolo, strutturato in comparti rettangolari successivi di varia estensione, si apre con un’ornatissima “decorazione di testa” (sarlawh) arabescata policroma, seguita da una basmala in oro dagli altissimi ascendenti, dal “credo islamico” sull’assoluta unità divina in inchiostro rosso, e da versi coranici che inframmezzano tre imponenti colonne architettoniche affiancate e alternate a portali su due registri. A scendere, quattro medaglioni coi “luoghi santi dell’islam” alternati a due cartigli con iscrizioni coraniche, un’immagine stilizzata del “sandalo del Profeta” contenente una citazione hadithica e infine il vero e proprio “attestato di pellegrinaggio”, vibrante di spirituali eulogie islamiche, di Maymuna bint Muhammad bin ‘Abdallah azZardali, in stile naskh su 7 righi di testo. Questa nobile originaria del Marocco settentrionale compì il suo pellegrinaggio fino allo Hijaz arabo coprendo una distanza di quasi seimila chilometri. Conservato in ottime condizioni, nonostante una gora di umidità simmetrica lungo ambedue i lati. Rilevante copia tardo-ottocentesca di un famoso documento, riccamente decorato a testimonianza del grande prestigio personale offerto dal “pellegrinaggio maggiore” nelle società islamiche tradizionali, in questo caso assai specificamente attestante il ruolo ben visibile, e tutt’altro che marginale, delle donne di alto rango nella civiltà magrebina nel tardo periodo della dinastia berbera dei Merinidi. € 500 Affascinante manoscritto birmano con modelli di tatuature magiche 49. Manoscritto magico birmano (Parabaik). Myanmar, forse provincia dello Shan, XIX-XX secolo. Manoscritto birmano di tipo parabaik a leporello su carta di gelso (saa) in legatura rigida, composto di 16 ripiegature a foglio illustrate ed estese su una o due unità per un totale di 30 miniature acquerellate, ognuna delle quali circondata da un singolo rigo circolare di testo birmano ad inchiostro nero. Questo manoscritto proviene con tutta probabilità dalla Birmania nordorientale (territorio dello Stato Shan) e risulta databile all’inizio del XX° secolo. Misura della legatura (e del foglio): mm. 165 x 105; del leporello esteso: mm. 1670 x 165. Bella legatura dai piatti esterni lavorati a sbalzo e decorati a racemi arabescati e intarsi riflettenti su entrambi i piatti. Ottime condizioni di conservazione. Le miniature mostrano figure umane e animali in pose stilizzate, sovente nell’atto di brandire armi, occasionalmente schemi (simili ai cosiddetti “quadrati magici”) consistenti in rettangoli scompartiti con segni alfabetici iscritti in funzione magico-protettive. Tali immagini illustrano i modelli di alcune diffuse tipologie di tatuaggio tribale Shan, che ricoprirebbero appunto tale funzione di profilassi attiva a difesa di eventuali nemici o malintenzionati. L’importanza e la diffusione dei tatuaggi magici di protezione presso il popolo Shan è ben nota e documentata per tutti gli strati sociali, non escluse le donne (come testimonia una delle illustrazioni), così come le profonde influenze che sulla spiritualità di questo popolo tuttora esercita l’antico Buddhismo Theravada. € 400 ribalta. Contropiatti sontuosamente decorati con motivi arabescati, a elementi vegetali stilizzati. Condizioni generali eccellenti. Questo manoscritto costituisce un intrigante esempio della pervasività dei modelli persiani classici e tardo-classici nell’area centroasiatica, uzbeca in particolare, come vettori di ideali estetici raffinati e al contempo simboli di elevato prestigio sociale. La data rubricata, trascritta a mo’ di colophon, del mese di Sha’ban 1048 AH (dicembre 1638 d.C.), fu aggiunta al termine del testo dalla medesima mano dello scriba ed è da considerarsi pseudoepigrafa, dal momento che la qualità del supporto non pare compatibile con tale datazione. Lo scriba ivi menzionato, Hayder di Shiraz, potrebbe quindi anche intendersi come l’originario copista di un Coranomodello del 1638 d.C., a sua volta ispirato alle strutture decorative e di mise en page dell’altissima produzione della città iraniana di Tabriz nella piena età safavide. Sotto richiesta di temporanea importazione. € 5000

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