GONNELLI CASA D'ASTE - Florence (Italie). LIVRES, AUTOGRAPHES et MANUSCRITS et CONTEMPORAIN XXe siècle.

21 TUTTI I LOTTI SONO RIPRODOTTI NEL SITO WWW.GONNELLI.IT GONNELLI CASA D’ASTE CASA D’ASTE Giovanni Vespucci, nipote di Amerigo, e i viaggi nelle Americhe 32. Vespucci Agostino Lettera autografa, firmata Agostinus secretarius, inviata a Messer Niccolò Michelozzi in Firenze. Datata 15 ottobre 1515, Calatavit. Manoscritto a inchiostro bruno. 1 carta scritta al recto (scritte 14 righe in totale). Al verso il nome del destinatario Spectabili viro Messer Nicolo Micholezzi Fiorentie. Il destinatario aggiunge: 1515 Da Ser Agostino Vespucci adi 20 di decembre. Testo italiano e latino. Sigillo in carta conservato. Dimensioni: 223x210 mm. Agostino Vespucci (ca. 1462-1515), cugino del celebre Amerigo, è stato un importante funzionario della Cancelleria fiorentina e assistente di Niccolò Machiavelli. È noto anche per i suoi scritti su Leonardo da Vinci e la Gioconda. Vespucci scrive a Niccolò Michelozzi (ca. 1447-1527), allievo di Marsilio Ficino e amico del Poliziano, fedelissimo segretario di Lorenzo il Magnifico. Nel 1512 Michelozzi succedette a Machiavelli in qualità di Segretario della Cancelleria della Repubblica fiorentina, quando i Medici ripresero il controllo di Firenze. Agostino Vespucci esprime all’amico Michelozzi il desiderio di tornare a Firenze, dopo alcuni anni trascorsi in Spagna. Chiede notizie di Giovanni di Antonio Vespucci (ca.1486-ca.1524), nipote del celebre Amerigo e anch’egli navigatore. Giovanni, nel 1512 ereditò una parte dei beni dello zio Amerigo, tra cui le carte, le mappe e gli strumenti di navigazione. Nello stesso anno, in qualità di nocchiero, partì per le Indie Occidentali sbarcando nella zona dell’attuale Panama, scoprendo nuove terre e portando in Spagna straordinarie quantità d’oro. Messer Niccolo mio patrone et patre. Degneretevi far dare lanclusa a mia mogliera et a voi mi raccomando mille volte. Harete visto quello scripsi o per littere o uero copie cosi al magnifico et illustrissimo nostro come alli Signori di pratica. Voi siate sul facto et siate siavio et amorevole per non so che mi vi dire altro salvo che horamai io vorrei ritornare et qua non fo nulla che giovi o rilievi un fico et costa non sarei al tutto inutile et lo cose mia non andrebbero in ruina. Doverranno pur horamai terminare di noi qualcosa, et so questo che tantus apparatus aut mole sua ruet aut e piglera immo a questa hora hara preso qualche sexto. [...] Et quando questo sia in tal caso potete fare quanto havete già buon tempo fa promesso et cosi vi prego et ripriego per lamor che portate a dio diretemene una parola per le prime che scriverrete et sia cosa risoluta che maggior gratia non posso ricevere in questo mondo et non crediate di far un minimo dispiacere alambassadore di quanto opererete o scriverrete per me perche lui dice che mi ha piutosto compassione, che altro et anche lui é in questo desiderio di rimpatriare ma non quanto sono io. Raccomandomi iterum a voi et vi prego vi ricordiate di me. Non altro. [...] Una sol parola di Giovanni Vespucci vorrei mi dicessi, ubi scilicet sit et an bene valeat […]. € 1000 Lorenzo de’ Medici e il re di Francia Luigi XI 33. Vespucci Guidantonio Lettera autografa firmata Guidantonius Vespucci Creator inviata a Francesco Gaddi. Datata 5 luglio 1479, Parigi. Manoscritto a inchiostro bruno. 1 carta scritta al recto (scritte 12 righe in totale). Al verso: Domino Francisco Gaddo apud Cristianissinum Regem Francorum. Testo in italiano e latino. Piccole mancanze di carta con perdita di testo. Tracce di sigillo. Dimensioni: 134x212 mm. Guidantonio Vespucci (1436-1501) figlio di Giovanni, fu giureconsulto famoso e uomo di ingegno e destrezza singolare, come scrisse Guicciardini. Fidatissimo di Lorenzo il Magnifico, divenne suo ambasciatore a Roma presso Papa Sisto IV e a Parigi presso Luigi XI. Vespucci scrive a Francesco Gaddi (1441-1504), sovrintendente della Cancelleria dei Dieci di Firenze e uomo di fiducia di Lorenzo, che nel 1478 lo nominò oratore presso il Re di Francia. Nella lettera viene citato Baccio Ugolini (?-1494), accademico ficiniano, fiduciario di Lorenzo il Magnifico, per il quale fu ambasciatore in Francia, inviato a Basilea, rappresentante presso gli Aragonesi di Napoli. Poco prima della morte divenne vescovo di Gaeta. In questa lettera compare anche il nome di Monsignor di Argenton (Philippe de Commynes, 1445-1511), francese, storico e instancabile diplomatico che dal 1472 fu al servizio di re Luigi XI, impegnato in delicate missioni in Francia e in Italia. La lettera riguarda i rapporti tra Lorenzo de’ Medici e il re di Francia, Luigi XI. Il periodo è quello della guerra tra papa Sisto IV e Firenze (Luigi XI operò in favore di Lorenzo). A causa della vendetta di quest’ultimo dopo la Congiura de’ Pazzi (del 1478), Lorenzo aveva fatto uccidere, insieme ai membri della famiglia Pazzi, anche alcuni religiosi ritenuti loro complici; il Papa, non estraneo alla congiura, aveva allora dichiarato guerra a Firenze e scomunicato Lorenzo con tutti i notabili fiorentini. Alla data di questa lettera la guerra era ancora in corso. Havendo messo fidato: vi mando le lettere orriginali: havute da lionetto sopra la commissione del Bacco (=Baccio) Ugholini. Stamani di nuovo ne ò parlato con Monsignor di Argenton, il quale in effecto mi rispuose non gli parare cosa da doversene travagliare. Et che lui non ne parlerebbe per chosa nessuna alla Maestà dal Re. Io ho scripto a Lorenzo tutto et dectogli mio parere et che da lui aspectero risposta quello gli pare da seguire in simil chosa. Quamvis habiamo facto ogni forza con Mons. di Argenton consenta vegnano dalla Maestà del Re niente dimeno a lui non é paruto per nulla dobiamo venire et piu tosto habiamo voluto errare per suo consiglio, che fare altrimenti per nostro parere … Io ho scripto a Firenze pel cavalchatore di Milano. Il quale stimo sara piu presto a Lione che lo apportatore. Vale. [...]. € 1000

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