24 ASTA 50: LIBRI, AUTOGRAFI E MANOSCRITTI, FIRENZE 6-7 MARZO 2024 GONNELLI CASA D’ASTE CASA D’ASTE electione dellarci vescovo vacando in qualunche modo saspecti a canonici di Pisa la prima volta: et tutto è restato dacordo et facto le scripture, excepto che il messo di Nostro Signore che porta le scripture a Firenze ha a concordarsi del tempo con li nostri excellentissimi signori fra quali si debbono dare le galee. La absolutione laquale habbiamo è plenissima et per noi et per tutti quelli che aliquo modo prestiterint auxilium consilium vel favorem, et inter alia ve che ciascuno si possa elegere il confessore che lo absolva et benedisca da tutte le sopradecte censure; et questo si è facto perche è gran disputa di ragione se la absolutione potest conferri in absentem. E stato gran fatiche acordare il Papa vogli condescendere a absolvere gli altri che non fussino nostri subditi. Avisandovi che in quelle scomuniche vi era compreso il Re e tutto il mondo. Avisovene accio che volendovi comunicare questo anno possiate fare il debito vostro. Le terre a questa hora credo ci siano state restituite, cioè quelle che tiene il Re. Laltre rimanghono a giudicare allarbitrio suo, ma ha promisso farcele rendere presto, ma con qualche nostro costo a Sanesi. Al Re si observa e capitoli della pace; circa la provisione si dava al duca di Calavria: circa a subsidii si gli abbino a dar contra a Turchi, si rimette nella discretione et de messi et de Signori fiorentini. Scripsivi per la mia ultima come il Bassa non era preso: ma solo erano state prese 14 palandree et 4 fuste, di poi è stato preso una nave di trecento botte con tre altri navili, e quali navili erano di Viniziani; credo percio persone che portavano a prezo Turchi et altre cose dalla Vellona a Otranto. E Viniziani a questi di havendo lite quelli di Ravenna con li huomini del Castel di Rossi, il quale è del Signor di Favenza, gittarono in terra certe case et ferono un fosso di loro propria auctorita che terminassi decti confini et dicesi volevano havere il decto Castel di Rossi, che è cosa di mala natura et dubitasi non sia a arte per turbare e subsidii savessino a dare al Re ferrando, essene decto al Papa il qual mostro farne poco caso, dicendo che la cosa non andrebbe piu innanzi. La Santità di Nostro Signore a questi di mando un messo a Vinegia a exhortare quella Signoria volessimo dar la possessione dellarcivescovado di Brescia a quel patriarcha che fu confinato; tennono il messo circa un mese, et di poi lo rimandorono sanza risposta, siche potete vede, re come hanno il Papa a loro discretione. Li oratori franzesi circa alle cose regie hebbono audienza prima privata et poi publica; exhoratre la Santità di Nostro Signore a pacificare Italia et offeriva la Christianissimo Re volersi collegare con quelli volessino far lampresa contra il turco et spendere 300000 scudi lanno, et narrorono quel disegno di taxa che il Re altre volte havea decto essendo noi costi, credo il fin loro, hanche non lo dichino, ma solo sia stato proposto dal Reverendissimo Monsignor di Roano, sia di obtenere una bolla come quella se facta per Italia che nessun principe oltramontano presuma di far guerra luno allaltro, et questo credo perche come sapete, possedendo il Re quello possiede, la guerra non fa per lui; fu dato loro 8 uditori Cardinali e quali son questi, e Reverendissimo Mons. di Roano, Vicecancellieri, Noara, Siena, Malfecta, San Marco, Ulisbona, Milano. Circa alle cose nostre dimostrarono la affectione ci portava cotesto Christianissimo Re. Ringratiorono il Pontefice de beneficii facti et circa la absolution delle censure et la restitution delle terre et conforterollo a perseguirci con li suoi favori. A me pare sian molto favoriti da Mons. di Roano, il quale credendo far cosa grata a cotesto christianissimo Re, ci a molto favoriti, si che lo officio vostro mi par che sia fargliele intendre: lo exito delle lor commissioni circa le cose soprascripte lo qual si abbi a essere per ancor non vi so dire. Octo di fa si parti di qui il vescovo di Thiano per essere in Ungheria et allo imperadore per tractar pace tra loro; secondo il parer mio non mi par huomo di condur simil cose. E Sanesi stanno in una gelosia maravigliosa de loro fuori usciti et fanno le guardie come se havessino il campo alluscio. Le genti del Re che erano nelle nostre Castella se ne sono partite: non altro se non che mi raccomandi alla Maestà del Re et captato tempore, lo avisate delle nuove soprascripte o de quella parte che vi pare; et similiter al mio Mons. d’Argenton et d’Alba et al mio messer Carlo Visconti et a Maestro Antonio Calderini; e vi ricordo guardarvi dalla Gianetona perche debba essere insulfiore et farebbivi scioccheggiare, siche vi conforto a tenervi alla Giana, la quale saluterete per mia parte. Nec alia; ex Urbe die XVIIII martii 1480 [...]. € 3000
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