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GONNELLI
CASA D’ASTE
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l’inventariazione tuttora in essere.
IlCarli si rivelòuncollaboratorepreziosoe sollecito; anche
l’acquisto del codice qui presentato avviene rapidamente tra
il 4 e l’11 febbraio 1875. Ecco quindi testimoniatala prima
menzione del codice nella lettera del Boncompagni al Carli
(Carteggio Carli , Cass. 4, ins. 2 lettera n. 10) del 4 febbraio:
«Stimatissimo Signore, Monsignor di San Marzano mi
ha rimesso un appunto ch’egli dice essergli stato inviato dal
prof. Luigi Grisostomo Ferrucci, bibliotecario della Mediceo
Laurenziana …Questo appunto è relativo ad un manoscritto.
La prego a dirmi se questo manoscritto è vendibile ed a
qual prezzo e quali persone o biblioteche lo posseggano».
Risponde il Carli a giro di posta il 6 febbraio: (Carteggio Carli
vol. 68): «Il Sig. Cav. Grisostomo Ferrucci ha in consegna il
manoscritto di cui parlò a Monsignor di San Marzano. Il
ms. è in folio, cartaceo ecc.. con la descrizione. Il carattere
ne è buonissimo e assai ben toccati in penna sono i disegni
interpolati nel testo. Il prezzo che se ne chiede è £ 100». La
cifra doveva essere già alta per i tempi, se il Carli è costretto
a chiederne l’anticipo «non potendo io tener fuori fino a
marzo questa sommerella».
Recatosi il Carli a vedere di persona il codice, l’11
febbraio viene acquistato il volume e stilata la ricevuta che
si trova ora incollata sul verso del piatto; il giorno stesso il
Carli può scrivere al Boncompagni: «Sotto fascia Le spedisco
assicurato il Ms. Autografo di Alessandro Pitti del prezzo del
quale troverà qui unito una ricevuta del Sig. Ferrucci».
Il manoscritto entra così a far parte della biblioteca del
Boncompagni, e viene descritto nel catalogo elaborato nel
1892 da Enrico Narducci, segretario e collaboratore del
Principe, che già ne aveva steso una prima edizione nel
1862, precedente all’acquisizione del ms. del Pitti.
(
Catalogo
di mss. ora posseduti da Baldassarre Boncompagni compilato da
Enrico Narducci. II ed. notabilmante accresciuta, contenente una
descrizione di 249 manoscritti non indicati nella prima, e corredata
di un copioso indice.
Roma: Tip. delle scienze matematiche e
fisiche, 1892, p. 298).
Il codice è collocato al n. 511 della libreria e viene così
presentato
Volume in foglio (m. 0, 390 x 0, 312) , legato in cartone
coperto esternamente di pelle scura filettata e fregiata d’oro.
Di 80 carte cartacee, numerate nei recto 1-80 essendo,
bianche le cc. 1, 2, 26, 27, 34, 57-59, 65-84. Scritto e disegnato
nel 1600. Autografo.
Tit.:
«Libro di Regole et modi di diverse Misurationi
composto Alessandro di Carlo di Alessandro Pitti
Gentilhuomo fiorentino et di sua propria mano disegnato
et scritto nell’1600», car. 3 a 64. Inc.: «In questa figura si
dimostra il modo di misurare una lontananza». Fin.: «andarsi
governando che non si potrà errare», seguendo operazioni
aritmetiche.
I
recto delle carte 4-25, 29-33, 36-56, 61-64 sono
interamente occupati da 54 vedute a penna, la maggior parte
campestri, maestrevolmente delineate, e rappresentanti le
operazioni metriche spiegate nel testo. Nel rovescio della
prima coperta è incollata una ricevuta di mano del prof.
Luigi Grisostomo Ferrucci, nella quale egli dichiara di aver
ceduto la proprietà di questo volume all’attuale possessore
l’11 febbraio 1875
Descrizione esaustiva e ineccepibile che corrisponde
pefettamente allo stato attuale del codice. Sul verso del
piatto, insieme alla ricevuta incollata, si trova, a matita, il n.
511, cioè la collocazione del manoscritto negli scaffali del
Boncompagni.
Morto il principe nel 1894, la biblioteca fu messa in
vendita, e pur essendo costata a suo tempo circa 20 milioni,
fruttò agli eredi che la posero in asta ricavi inaspettatamente
alti. Nel catalogo dell’asta il manoscritto di Alessandro Pitti
compare comen. 447 (
Catalogo dellaBiblioteca spettante all’eredità
beneficiata del fu principe D. Baldassarre Boncompagni : parte 1.-
2. (manoscritti, fac simili, edizioni del secolo 15., abbacchi. Riviste.
Teologia, storia sacra e profana, letteratura,archeologia.
Roma: Tip.
Forense, 1898. Dal catalogo dell’asta non è dato sapere chi
ne fu l’acquirente; questa lacuna viene confermata molti anni
dopo, quando nel 2003 lo studioso tedesco Menso Folkerts
pubblica una sua accurata ricerca relativa alla destinazione
dei volumi venduti all’asta del 1898 (Menso Folkerts,
The
fate of the manuscripts in the Boncompagni collection
in:
Il sogno
di Galois. Scritti di storia della matematica dedicati a Laura Toti
Rigatelli.
A cura di R. Franci, P. Paoli, A. Simi. Siena: Centro
studi della Matematica Medioevale, 2003, pp. 228-267) Lo
studio del Folkerts stabilisce una tavola delle concordanze
in cui viene prospettato il numero spettante al volume nella
libreria principesca, il numero d’ordine corrispondente nel
catalogo dell’asta, la breve descrizione del volume, la casella
che indica la destinazione del manoscritto; quest’ultima,
nel caso del manoscritto Pitti, reca un punto interrogativo e
ciò significa che del manoscritto si perdono le tracce fino al
ritrovamento dei giorni nostri.
Si ringrazia Isabella Truci
per le ricerche sull'opera e la stesura della scheda.