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ASTA 23: LIBRI, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI. FIRENZE 10--11 OTTOBRE 2017

GONNELLI

CASA D’ASTE

957.

Andreini Francesco

Le bravure del Capitano Spavento; divise in molti ragio-

namenti in forma di dialogo...

In Venetia: appresso

Giacomo Antonio Somasco, 1607.

In-4° (mm 198x142). Pagine [16], 406. Senza il ritratto

dell’Autore in antiporta e l’ultima carta bianca. Marca

dello stampatore al frontespizio, vignetta calcografica

a carta †4 incisa da Ambraham Tummermann, capi-

lettera, testatine e finalini xilografici. Aloni di umidità

e una piega nella carta al frontespizio, gore d’acqua

anche evidenti nei margini e alcune fioriture sparse.

Legatura coeva in piena pergamena rigida con titoli

manoscritti al dorso, con alcune macchie d’inchiostro

al piatto anteriore. Ex-libris raffigurante Arlecchino e

Pantalone con monogramma

GA

al contropiatto an-

teriore.

Prima edizione dell’opera maggiore del massimo esponen-

te della ‘commedia all’improvviso’, Francesco Andreini, in

arte Capitan Spavento da Vall’Inferna, attore dotatissimo,

letterato, poliglotta.

Le bravure del Capitano Spavento

rappre-

sentano il consuntivo monumentale della carriera dell’An-

dreini, raccogliendo in forma letteraria lo zibaldone delle

sue parti, con l’intento di conservare memoria scritta dei

suoi deliranti exploits scenici in veste di superbo militare

vanaglorioso; così a carta [6]v: «venuto meno il vivere d’Isa-

bella mia dilettissima consorte [...], fui da molti amici miei

consigliato a scriver alcuna cosa e donarla alla stampa, per

lasciar qualche memoria di me». Questo repertorio di bat-

tute, cicalate e lazzi si articola in 55 dialoghi con il servo

Trappola; nel 1618 verrà stampata da Vincenzo Somasco

una seconda parte divisa in 40 ragionamenti. Cfr. Allacci

149 (ed. del 1609); Clubb 64; manca a Cairo-Quilici,

Piantanida e Regenstein. L’Andreini, appartenente alla

seconda generazione di comici dell’arte - quella dei ‘gran-

di attori’ per dirla con Taviani,

La Commedia dell’Arte

- «in

seguito al matrimonio con Isabella, e comunque dopo il

1578, entra con la moglie nella compagnia dei Gelosi» di

Flaminio Scala specializzandosi in vari ruoli fino ad inter-

pretare la maschera che gli diede maggior successo, quella

di Capitano Spavento, e a diventarne il capocomico. Rasi

I, 53-87.

€ 800

958.

Andreini Isabella

Lettere.

In Venetia: Appresso Marc’Antonio Zaltieri ab

instantia di Gieronimo Bordon, 1607.

In-4° (mm 200x145). Carte [12], 155, 1 bianca. Con

un bel ritratto in ovale di Isabella Andreini inciso in

rame da Sadeler e datato in lastra 1602. Impresa de

l’Accesa incisa in rame da Thomas de Leu al frontespi-

zio, capilettera e fregi xilografici. Gora d’acqua e pic-

coli forellini di tarlo nell’angolo inferiore interno di

parte del volume, poche carte brunite e una macchia

di inchiostro a una pagina ma bella copia. Legatura

coeva in pergamena floscia, con segni del tempo.

Timbro di collezione privata al frontespizio, alcune

note di possesso manoscritte ai contropiatti.

Prima rarissima edizione; Graesse I, 121. «Gli anni successi-

vi alla scomparsa di Isabella furono consacrati da Francesco

a edificare il mito degli Andreini e dei Gelosi» anche attra-

verso la pubblicazione «delle opere postume della moglie

dedicate alla “rappresentazione della sua sopravvivenza”»

(Mazzoni,

La vita di Isabella

92); nel 1607, lo stesso anno

delle

Bravure

, Francesco cura la pubblicazione delle

Lettere

e poi, con l’aiuto dell’amico teatrante Flaminio Scala, nel

1617 i

Frammenti

(si veda lotto successivo). Isabella Canali

Andreini, ‘prima donna innamorata’ della Compagnia dei

Gelosi, non fu solo la più celebre attrice della Commedia

dell’Arte ma anche la prima vera “diva” nell’accezione mo-

derna: donna bellissima - dalle cronache del tempo -, in-

terprete divina e talentuosa amata in Italia e in Francia da

popolo e sovrani, ascritta all’Accademia degl’Intenti con il

nome di Accesa, l’Andreini raggiunse il trionfo sulle scene a

Firenze con la

Pazzia d’Isabella

, e successo ancora maggiore,

riuscì nell’impresa di ottenere la legittimazione sociale della

figura dell’attrice, fino a quel momento denigrata e tacciata

di immoralità: si pensi che la ritrae un affresco in Santissima

Annunziata. Vd. Rasi I, 87-117.

€ 900