Lot n° 103
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Manoscritto sacerdotale batak di contenuto magico apotropaico della tipologia tecnicamente definita pustaha. Proveniente dal Nord dell’isola di Sumatra, oggi parte dell’Indonesia. Tardo XIX secolo o inizio XX secolo (1900-1914).

Estimation : 300 - 600
Description
Manoscritto divinatorio apotropaico scritto su un insolito supporto di corteccia trattata misurante mm 100x70 al singolo foglio, fissato a due piatti lignei e confezionato a fisarmonica. Il testo, che si sviluppa senza soluzione di continuità e non è dotato di uno specchio di scrittura definito, è corredato di 5 raffigurazioni di dubbia interpretazione, sebbene almeno una di esse rappresenti evidentemente una figura umana in rosso chiaro e nero. Incastonata al centro del piatto esterno anteriore ligneo della legatura campeggia una moneta delle Indie Orientali Olandesi da 2 centesimi e ½ emessa nel 1914, insieme amuleto rituale e testimonianza del passato coloniale dell'isola di Sumatra. (1) Questo singolare manoscritto esemplifica assai bene la classe di manoscritti tribali apotropaico-divinatori noti come pustaha (termine di remota origine sanscrita indicante il "libro" e oggi in uso, in molte diverse varianti, in larghissima parte del Subcontinente). Questo testo fu composto con ogni probabilità da un datu (sacerdote-mago) della tribù dei Toba-Batak del nord dell'isola indonesiana di Sumatra. Il testo è scritto in inchiostro scuro nell'alfabeto sillabico destrorso batak, da leggersi orizzontalmente, derivato dall'antica scrittura giavanese (ea forse influenzato anche dall'alfabeto Brahmi), e costituisce un amuleto magico di valore apotropaico, nonché uno dei tre più evidenti attributi rituali dei sacerdoti datu, insieme al bastone magico e al corno curativo. Gli impieghi di simili libri magici spaziavano dal trarre le sorti alle previsioni meteorologiche, fino alla consultazione per finalità mediche e per formulare auspici che propiziassero gli affari o la guarigione, oppure a scagliare malefici contro i nemici in tempo di guerra.
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