Lot n° 158

  Casati Paolo   Terra machinis mota, eiusque gravitas, et dimensio, dissertationes duae [...] quas in Collegio Romano eiusdem Societatis publicè exposuit... Romae: Typis Haeredum Corbelletti, 1655. In-folio (mm 266x220). Pagine [6], 52.

Estimation : € 5000
Adjudication : Invendu
Description
Stemma del Dedicatario inciso in rame al frontespizio e molte illustrazioni nel testo incise in legno, raffiguranti macchinari e diagrammi; testatine, finalini, capilettera e fregi xilografici. Esemplare un po’ rifilato nel margine inferiore e con qualche lieve fioritura, un minimo restauro al bordo esterno dell’ultima carta ma ottima conservazione. Legatura moderna in cartonato.  Rarissima prima edizione di questo importante lavoro del gesuita Paolo Casati, esposta al Collegio romano dove egli, «teólogo, matemático, astronómo» (O’Neill-Domínguez I, 688), era all’epoca un giovane docente. Cfr. Carli-Favaro 246; Cinti, Bibl. Galileiana, 134 (edizione del 1658); Riccardi I, 270; Thorndike Viii, 179. L’opera si articola in due parti, odissertazioni, concepite sotto forma di dialogo fra tre illustri personalità scientifiche dell’epoca, tutte e tre da poco scomparse: Galileo, padre Mersenne e padre Guldinus. Nella prima parte sono comparate tra di loro le forze prodotte dalle varie macchine, mentre nella seconda si investiga la gravità della Terra: «L’autore parte da quella macchina di Archimede con la quale egli diceva che avrebbe sollevato il mondo. Perché nessuno pensi che siano aciò necessarie macchine immense, l’autore ne esamina poche, in modo che, una volta parlato di quelle (la leva e la carrucola); il medesimo si comprenda delle rimanenti; nello stesso tempo tenta di investigare la gravità di tutto il globo terracqueo, per quanto gli è lecito di capire congetturalmente» (Cinti, Bibl. Galileiana). L’opera, che venne poi rimaneggiata e ampliata dal suo Autore e conobbe una seconda edizione nel 1658, singolarmente propone il personaggio di Galileo in chiave positiva, apochi anni dalla sua condanna.
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