Lot n° 610

  Montaigne Michel Eyquem (de)   Les Essais [...]. Edition nouvelle prise sur l’exemplaire trouvé apres le deceds de l’Autheur... A Paris: Chez Abel l’Angelier, 1600. In-8° (mm 184x112). Pagine [8], 1165, [1], 1 carta bianca.

Estimation : € 2500
Adjudication : Invendu
Description
Frontespizio entro bella cornice di putti e mascheroni incisa in legno da Jean de Gourmont. Esemplare un po’ ri lato nel margine superiore e nel margine esterno del frontespizio, leggermente brunito e con molte sottolineature nel testo, presumibilmente di antica mano. Legatura settecentesca in pieno vitello nocciola maculato con cornice di semplice letto impressa asecco ai piatti, titoli dorati entro tassello rosso applicato al dorso acinque nervi, comparti riccamente decorati in oro. Tagli rossi. Ex-libris al contropiatto anteriore, una nota di possesso abrasa e altra di settecentesca mano al frontespizio: Chuppin avocat..  Questa edizione riprende quella del 1598 dello stesso editore: la bordura al frontespizio è la stessa e molti degli errori di paginazione della precedente versione sono reiterati. Il testo è quello dell’edizione del 1595, ossia dell’edizione postuma curata da Marie de Gournay, basato sull’esemplare autografo degli Essais che ella aveva potuto visionare durante il suo soggiorno nel castello di Montaigne. Cfr. H Iii, n. 9; S -M 9; TVIii, 410. Riguardo all’Autore della bordura, è da rigettare l’ipotesi di  S -M :  «The monogram beneath AVEC  Privilege is Idg (probably Jars de Gournay)»; B -S 118-119: L’Angelier, che era solito ornare ifrontespizi delle proprie edizioni con una cornice incisa sormontata da putti («les deux putti de la partie supérieure, appuys sur des chapiteaux, pouvaient aussi être considérés comme des angelots, des anges liés par une couronne de feuilles de vigne») ne aveva cessato l’utilizzo dopo il 1583 «pour le reprendre quinze ans plus tard, de façon exceptionnelle, en 1598 et 1600 sur les Essais de Montaigne»; la bordura di putti e mascheroni di queste due edizioni fu realizzata da Jean de Gourmont, che soleva rmarsi con il monogramma Idg (pp. 290-1, nn. 309-10), già utilizzato in precedenza da l’Angelier.
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